“Quando l’anima diventa un mare calmo ha inizio la guarigione”

N.Tesla

Il racconto dell’Officina del Silenzio

Come nasce l’idea

L’officina del silenzio ha radici nell’amore per la ricerca. Ricerca di chi siamo, come funziona la vita, quale sia l’obbiettivo di un esistenza, tutte domande che capita di porci e che, nella maggioranza dei casi, ricevono risposte deludenti, con un retrogusto artificioso o di insoddisfazione. 

Niente di nuovo, l’umanità da sempre si pone tali quesiti e da sempre cerca di rispondervi. Spesso siamo insoddisfatti, la nostra vita va avanti ma manca qualcosa, oppure ci sentiamo come degli alieni, stranieri in terra straniera, abituati da sempre a rispondere alle aspettative che l’ambiente in cui viviamo ha su di noi. Questa necessità di sentirsi parte di qualcosa, questo bisogno di appartenere ad una dimensione più grande per sentirci amati, protetti ..ci allontana da chi siamo veramente, dal nostro Sé autentico e allora ad un certo punto ci sentiamo persi, estranei quasi a noi stessi.

Da qui, la necessità di comprendere, di dare altre risposte a queste grandi domande, da qui l’inizio del nostro racconto. 

Noi due

Marta

La mia strada percorre lo studio dell’anima (Psiche) e dell’agire umano da sempre, navigando tra studi accademici e percorsi spirituali tradizionali di culture diverse. Dallo sciamanesimo afro-brasiliano, a quello tibeto-himalayano seguendo un filo conduttore tessuto dall’intuizione, dall’entusiasmo, dall’ammirazione per la naturale bellezza mantenuta e custodita dalle culture tradizionali e dalla connessione e dialogo costante con l’elemento naturale. Dalla partecipazione a riti sciamani di guarigione, dalla pratica meditativa di derivazione yogica è nata l’immagine di una situazione ibrida in cui confluiscono i diversi elementi di queste “pratiche” in maniera armonica e fruibile anche da coloro che non hanno dimestichezza con questo tipo di situazioni, permettendo di trarne comunque indiscutibili benefici.

Le culture tradizionali da sempre propongono pratiche come la meditazione, il silenzio, il digiuno e altri metodi di “pulizia” profonda del corpo e della mente, con il fine di portare l’essere umano di fronte a se stesso e a quella parte più grande del sé, che viene definita Natura, Tutto, Vuoto o Dio, a seconda del luogo della Terra in cui nascono. Con la meditazione, lo yoga, i riti sciamanici, che ho avuto modo di frequentare, ho compreso come questo tipo di esperienze possa davvero cambiare profondamente il modo non solo di vedere il mondo, ma di sentire, di percepire. Tutto pur rimanendo sempre lo stesso cambia radicalmente nello stesso tempo. Cambiando il racconto si agisce sul presente, sul futuro e anche sul passato, perché questi tre aspetti esistono solo nella dimensione del tempo lineare, che non è l’unica che possiamo esperire.

Marinka

Era da un po’ che ci pensavo. Volevo sperimentare un periodo di silenzio, che fosse diverso dal silenzio di quando sono sola a casa o lavoro in solitaria. L’obiettivo era l’astensione dalla parola e dalle interazioni in un posto dedicato, dove il silenzio stesso diventa lavoro insieme alle altre pratiche, fisiche e spirituali, seguendo un po’ il concetto di “ora et labora”. Dopo essermi informata ho scoperto che i contesti che offrivano queste esperienze erano di natura prettamente religiosa oppure erano legati a pratiche di meditazione intensiva. Una via intermedia che mi soddisfacesse non l’ho trovata. Alla fine, mi sono detta: se un seminario così non esiste, posso crearlo io. Chiedere a Marta di farlo insieme a me era quasi scontato. Avevamo condiviso gli anni di formazione alla scuola di counseling animologico-immaginale, il tema della tesi di fine corso e buona parte del follow-up formativo in ambito immaginale, sciamanico e spirituale. Inoltre, era da tempo che cercavamo il modo di mettere insieme le nostre energie e capacità per creare qualcosa di emozionante e coinvolgente. L’adesione entusiastica di Marta mi diceva che l’avevamo trovata.

L’idea prende forma

Le cose sono andate da sole, abbiamo seguito la corrente, condiviso cammini, fuso e amalgamato  le esperienze che ciascuna aveva fatto fino a quel momento e quindi deciso di farne alcune insieme. 

Abbiamo pescato nella nostra esperienza e siamo partite, noi per prime a metterci dentro l’esperienza che ora proponiamo. 

Esiste l’eremitaggio ed esiste la pratica collettiva. Noi abbiamo scelto la seconda. L’abbiamo provata innanzitutto in prima persona, fra di noi, e poi l’abbiamo proposta in un focus group per avere un riscontro al di fuori delle nostre esperienze personali e soggettive. Entrare nel tempio del silenzio è come avvalersi consapevolmente di un portale che collega due mondi: ordinario ed extra-ordinario, visibile e invisibile. Il vantaggio del praticare il silenzio e in silenzio assieme ad altri sta nel fatto di avere istantaneamente la percezione del cambio di mondo proprio stando nel mondo. Se il minuto prima stavamo tutti discorrendo e funzionando normalmente nell’ordinario quotidiano, il minuto dopo nel silenzio tutto ciò che non sono io diventa strumento extra-ordinario di relazione con l’invisibile: gli elementi atmosferici, la natura, gli animali e soprattutto gli altri compagni, esseri umani. Da quel momento iniziano ad affiorare tutte le criticità della mente ordinaria che, non capendola, cerca di ostacolare questa relazione. Grazie all’assenza di gran parte delle interazioni e distrazioni mondane queste criticità possono essere colte e sottoposte ad un lavoro di discernimento e pulizia profonda. Qui l’ascolto, l’attenzione e la consapevolezza sono i nostri principali alleati.

Assenza di interazioni e distrazioni dal mondo

Prima fra tutte è l’astensione dalla parola e da qualsiasi tipo di comunicazione interpersonale non verbale. Durante le 48 ore di durata del Silenzio non leggiamo e scriviamo, non ascoltiamo musica e radio, non guardiamo la tv, non usiamo pc e cellulari o macchine fotografiche. Ci concediamo di una dieta vegetariana leggera e non assumiamo sostanze intossicanti come caffè, thè, fumo e alcol (chiunque abbia delle esigenze alimentari specifiche, è invitato a segnalarcele). Il tutto con l’intento principale di ridurre al minimo le distrazioni. Non vogliamo occupare la mente con altro ma essere focalizzati sull’ascolto di noi stessi, di ciò che accade dentro e fuori. Immancabilmente il fuori e il dentro saranno l’uno il riflesso dell’altro.

Cosa ci sarà nel “vuoto” del silenzio?

Come facilitatrici del processo di consapevolezza e pulizia profonda mediante il silenzio saremo le sole ad usare la parola il minimo indispensabile per scandire i momenti del seminario: attività e pratiche, momenti di silenzio autogestito e tappe tecniche. Le attività e pratiche proposte sono una combinazione di meditazione e lavoro fisico/manuale di derivazione yogica e sciamanica. L’obiettivo è di sperimentare e vivere l’azione nella quiete e la quiete nell’azione. Alla fine della 48 ore di silenzio è prevista una sessione comune di condivisione dell’esperienza appena conclusa.

l luogo che ci ospita

Per operare l’Officina del Silenzio ha bisogno della Natura che svolge la funzione primaria di catalizzatore e di ripetitore delle immagini dell’anima. Nella natura extra-ordinaria tutto diventa extra-ordinario.  L’Officina del Silenzio ha un carattere itinerante, siamo ospiti quindi di diverse località e di diverse strutture di accoglienza che abbiamo accuratamente selezionato visitandole personalmente. A seconda della stagione, degli elementi e dell’ambiente naturale che desideriamo esplorare entreremo di volta in volta in relazione profonda con lo “spiritus loci” e con l’anima che attraverso il paesaggio naturale e le sue immagini ci parlano. 

A chi è rivolto il seminario

L’Officina è aperta a tutti senza alcuna preclusione. Basta essere disponibili a incontrare e accogliere l’inaspettato, qualsiasi forma esso assuma. Si troverà più a suo agio chi in qualche modo ha deciso di ampliare i propri limiti, di esplorare il proprio sé profondo, la propria anima, di lasciare parlare e di ascoltare l’invisibile. 

l nostro augurio

Il nostro augurio è che ogni “sigonauta”, navigante del silenzio per 48 ore, possa sentire ciò che il lavoro nel Silenzio farà emergere alla coscienza e accogliere profondamente quanto gli sarà depositato nel grembo della consapevolezza.